Incontro con l’On. Giuseppe AIETA, “Vie d’uscita”
Onorevole, Autorità,
Signori e Signore,
Ringrazio per avermi invitato questa sera ad essere tra voi e per l’opportunità che mi date di dialogare fraternamente facendo tesoro soprattutto delle esperienze di voi tutti.
Onorevole, ho letto con interesse e attenzione il suo “Vie d’Uscita” ricco di numerose riflessioni e testimonianze che esprimono la sua esperienza umana, culturale, religiosa e politica.
Per non appesantire troppo questo mio intervento mi limito ad esprimere qualcosa che mi ha fatto riflettere.
Scriveva S. Teresa di Lisieux che non si può realizzare niente di buono, se si cerca se stessi.
Nel suo testo emerge la consapevolezza di una “missione da compiere” e di agire sempre in favore degli altri e in particolare delle comunità, più specificatamente quella di Cetraro che ha raggiunto la “bellezza” e la legalità grazie al suo lavoro.
Ho sin dal primo momento che l’ho incontrata ammirato in lei le capacità umane e culturali che ne fanno una persona degna di stima e di amicizia.
Del resto la fedeltà alla parola data, virtù umana tanto tenuta in considerazione dagli uomini del nostro tempo, non è di tutti e a maggior ragione non lo è di quelli che lei definisce “spregiudicati ed imbroglioni”.
Così come le capacità culturali diventano segno di forza per operare delle scelte, il “Patto per la città”, ma anche conforto nei momenti di “sofferenza” e “ingratitudine”.
E’ molto bello onorevole quando Lei esprime sull’amicizia, che arriva ad essere fraterna e amorevole, profondità di relazione con Sandro Principe, che io non ho avuto modo di conoscere, e con lo stesso presidente Oliverio.
Sono molto importanti, la sua capacità di relazionarsi e di risolvere i problemi, circondandosi di persone integerrime, capaci e competenti, che mi porta a ricordare qui questa sera, anche per un eventuale approfondimento futuro, il documento dei vescovi italiani “Per un paese solidale. Chiesa italiana e mezzogiorno” (21-02-2010), a 20 anni dalla pubblicazione del documento "Sviluppo nella solidarietà. Chiesa italiana e Mezzogiorno", che è stato un invito al coraggio e alla speranza: "Il Paese non crescerà se non insieme". Cetraro, onorevole, è cresciuto perché Lei ha saputo lavorare insieme con le persone che lo hanno affiancato in questo servizio alla comunità umana e cetrarese.
Comprendo anche e ne sono felice, il rapporto fraterno e sereno di fattiva collaborazione con il nostro amato vescovo Mons. Leonardo Bonanno e con i parroci della sua Cetraro e di molti paesi della nostra diocesi e Regione.
E’ un rapporto che nasce dalla sua profonda fede.
Nel suo testo li ricorda tutti da don Ennio a don Sebastiano, a don Ermanno e tutti gli altri dei quali ha sempre parole di grande stima, che è reciproca, ne elogia le doti culturali e sacerdotali, dove il rapporto personale e istituzionale diventa “significativo” per camminare insieme e cambiare in meglio, per fare la storia.
Prima di tutto c’è sempre la conoscenza e la stima reciproca, il profondo dialogo, come ci ha insegnato Paolo VI e il Concilio Vaticano II, nonché la piena “collaborazione” per la promozione dell’uomo e il bene del paese” (Concordato 1984).
In tutto il testo Onorevole, con le sue umane capacità relazionali, le sue capacità culturali, la sua profonda religiosità, mostra come la persona sia unica e infinitamente preziosa per costruire insieme una società giusta, felice e bella.
E tutti noi ce lo auguriamo per le nostre comunità.
Grazie.
Mottafollone 06/12/2018